Organizzare la casa l’angolo ufficio

Organizzare la casa con l’angolo ufficio, con uno sguardo a 360 gradi.

Abbiamo tutti sperimentato il lavoro da casa, legato ad un pc che è diventato la nostra finestra sul mondo.

organizzare la casa l'angolo ufficio
organizzare la casa l'angolo ufficio

Questa è la ricetta per mantenere la posizione di leadership che, anno dopo anno, ha conquistato, affermandosi come prima azienda specialista di tappeti in Italia e in Europa, a 360 gradi.
Olivo presidia, infatti, l’intero mondo del tappeto e segue ogni segmento del mercato attraverso le divisioni Olivo Tappeti, Olivo Pro e Platinum Custom Rugs.

Ad oggi l’azienda è considerata il partner più affidabile per distributori, rivenditori e professionisti di interior design che operano nel settore casa, ed è proprio con loro e con tutti i suoi collaboratori, che Olivo Tappeti festeggia oggi con orgoglio e immensa gioia questo primo grande tratto di strada percorso, che non considera un traguardo, ma solo il proseguo di una storia iniziata 40 anni fa.

Era, infatti, il 1982 quando il Cav. Marcello Olivo muoveva i suoi primi passi nel commercio di tappeti per la casa, con una grande voglia di fare impresa e una buona dose di intuizione. Un sogno che si è realizzato e successivamente evoluto con l’ingresso in azienda, nel 1992 e nel 1997, dei figli Matteo e Francesco.
Un’evoluzione in termini di volume d’affari, di metri cubi di magazzino, di conquista dei mercati esteri e di tecnologia e innovazione nei settori logistico e commerciale.
Dal 2002 compare la firma su tutti i tappeti, la sigla della moglie Valeria, altro tassello fondamentale della storia di Olivo Tappeti.

La famiglia Olivo
La famiglia Olivo

Questo non ci ricorda un periodo felice, ma i più saggi sanno bene che ogni difficoltà rappresenta un insegnamento.
Cosa ci portiamo nella nostra nuova vita, di quei giorni?
Forse la necessità, e di conseguenza il piacere, di ambienti organizzati, ordinati e funzionali che di fatto aumentano le potenzialità delle nostre case perché ci costringono ad individuare gli sprechi (anche di spazio) e ad ottimizzarli.

Non escludiamo dunque che l’idea dell’ufficio in casa, passata (speriamo) l’emergenza, sia rimasta come motivo di piacevolezza in molte case.
L’abitare si è modificato e ancora lo farà.
Sta a noi governare questa mutevolezza, amplificandone gli effetti positivi per le nostre vite.

Uno degli aspetti dell’ufficio domestico, sia esso temporaneo o stabile, è la fluidità degli spazi che diventano versatili, trasformisti.
L’angolo ufficio ideale, in mancanza di una stanza dedicata, dovrebbe essere un ufficio che scompare!

È una questione di pc, che sarà portatile, snello e non troppo grande, di arredo (basta una colonna di armadio dedicata, o un cassetto in cui riporre il materiale cartaceo e il pc), di accessori, che non dovranno essere troppo esplicitamente tecnici (guai ad abituarsi alle spillatrici come soprammobili).

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Tutto ciò che compone l’angolo ufficio deve integrarsi nell’arredo dell’intera stanza.

 

I tappeti tradizionalmente sono utilizzati per circoscrivere un’area entro uno spazio più grande: pensiamo alla zona giorno in open space, dove possiamo separare visivamente la zona del divano da quella del tavolo da pranzo, proprio posizionando due tappeti a definire le diverse funzioni.
Nel caso dell’ufficio, però, il suggerimento è di non creare una frattura tra questo angolo e il resto dell’arredo, altrimenti diventerà una presenza incombente anche quando non sarà utilizzato e, soprattutto, sarà disarmonico con la casa stessa.

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Alcuni consigli, specie quelli che arrivano dal feng shui , invitano a curare molto bene ciò che sta di fronte a noi, quando stiamo seduti alla scrivania.
Contrariamente alla disposizione più in voga (anche quando si prepara l’angolo studio nella camera dei ragazzi), lo sguardo non dovrebbe essere rivolto ad un muro, magari spoglio.
La posizione corretta sarebbe invece quella che ci consente di dare le spalle al muro, mantenendo una visuale aperta verso la stanza, meglio se per godere del panorama che si vede dalla finestra.

Dato che lavoro da casa significa, in buona parte, anche video conferenze, per supplire alla mancanza di contatto diretto con colleghi, clienti o fornitori, un’attenzione specifica va posta allo sfondo.
Non basta considerare come noi viviamo la situazione del lavoro, ma anche come verrebbe percepita da un nostro visitatore virtuale. In questo, avere una parete alle spalle aiuta moltissimo perché sarà sufficiente curare soprammobili o quadri.
Facciamo attenzione a non mostrare dettagli intimi della nostra vita in famiglia: la nostra foto al mare potrebbe non dare un’immagine professionale di noi; teniamo presente che sempre l’esibire una parte della nostra vita privata deve essere ben valutato, e non casuale.
Ma è il dare la fronte al muro che porta con sé l’insidia maggiore, quella di non curarci dello sfondo.
Anche se è ormai accettata l’idea che ci si colleghi da casa, alcune visuali sono da evitare: cucine, corridoi dove transitano persone che non c’entrano con il contesto lavorativo (non vogliamo far pensare che si lavori con una mano e con l’altra ci occupiamo delle faccende domestiche, il che andrebbe a scapito dei nostri risultati).
A dire il vero, anche una parete bianca, spoglia, non rappresenta il miglior fondale per una video chiamata, e non donerà al nostro aspetto, facendoci apparire come se ci trovassimo in un magazzino vuoto.
Non ce ne rendiamo conto, ma sono dettagli che influiscono sulle nostre relazioni professionali, un po’ come accade per le telefonate continuamente interrotte da frasi fuori contesto (ad esempio con i famigliari che nulla hanno a che vedere con le attività professionali).

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Per la video chiamata, il nostro angolo ufficio dovrà essere curato come si fa su un set cinematografico: potrà essere una costruzione artificiale, ma l’importante è che tutto sia calcolato a favore di telecamera, in modo da trasferire la miglior immagine possibile di noi (e del nostro lavoro).

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