28 Giu Home Staging consigli pratici
Valorizzare ed emozionare: le vere strategie per comunicare gli spazi abitati (e non solo per venderli).
di Anna Baldo
Per parlare di Home Staging, o marketing applicato al settore immobiliare, chiediamo il parere di un’esperta.
Intervistiamo Lucia Baù, architetto e interior designer, coordinatrice per il Triveneto dell’Associazione Nazionale “Home Staging Lovers”.
Professionista poliedrica che sa andare in profondità, attingendo a conoscenze, capacità pratiche e gusto estetico, è dotata di una carica di energia che spicca e si trasmette immediatamente dal suo sorriso aperto; caso vuole che la incontriamo proprio quando è “Volto Lovers” di giugno.
A lei chiediamo una sua visione dell’Home Staging, e qualche consiglio pratico.
OT: Abbiamo già visto cos’è l’Home Staging, ora ci dici a cosa serve davvero, secondo te?
LB: Per me le parole d’ordine sono valorizzare ed emozionare.
Non si parla di interior design ma di saper presentare al meglio e poi comunicare per vendere un bene molto particolare, la casa, a cui teniamo moltissimo, sia quando vendiamo sia quando compriamo.
L’obiettivo da avere sempre chiaro è dare l’idea di come la casa potrà essere vissuta e utilizzata dai nuovi abitanti, magari suggerendo qualche cosa di stuzzicante, come la nuova abitudine di prendere l’aperitivo con gli amici in terrazza, partendo da una casa che all’apparenza è invece la casa dei nonni.
OT: Viene voglia di rubare i segreti dell’Home Staging per rinnovare casa, senza poi venderla!
LB: In realtà questa osservazione me la fanno spesso i clienti che intendono avvalersi di un intervento di Home Staging per vendere meglio, e più in fretta, la loro casa.
Alla fine quasi non riconoscono la loro stessa casa e dichiarano di non averla mai vista così bella; i bambini poi, che sono immediati e spontanei (e quindi voce della verità) spesso se ne escono con un’esclamazione del tipo “perché non la teniamo per noi, per sempre, così bella?”
Poi, in realtà, i motivi per cui si vende casa prevalgono, perché la scelta viene dal desiderio, o necessità, di adeguare la casa alla propria vita, alle dimensioni della famiglia, che possono aumentare o diminuire, e così via.
Dalla mia esperienza vedo che l’home stager interviene in gran parte su case abitate (circa nel 60-70% dei casi), oppure su case già arredate ma non abitate, infine su case vuote, dove l’allestimento viene completamente gestito dal professionista.
OT: Possiamo parlare direttamente di tappeti? Quanto li usi nei tuoi interventi?
LB: Certo che ne possiamo parlare!
I tappeti sono uno degli elementi fondamentali per rendere più accogliente e funzionale una casa, per trasformare un ambiente in un’emozione, che poi è uno degli obiettivi primari dell’Home Staging.
Innanzitutto va detto che, nelle case su cui intervengo, spesso i tappeti mancano o sono usati in modo non appropriato, quindi introdurli fa già una differenza enorme.
Un tappeto aiuta ad ingrandire una stanza, e quindi permette di valorizzarla al massimo.
Quando è proporzionato alla stanza, permette di coglierne e di apprezzarne le dimensioni; inoltre consente di definire le aree che hanno funzioni diverse: pensiamo, ad esempio, alle zone giorno che possono essere destinate in parte al relax, in parte al pranzo, o alla cucina.
Nel caso di ambienti ristretti, poi, sono un vero tocco magico, perché fanno subito apparire gli spazi più grandi.
Quando si allestisce una casa per presentarla ai potenziali acquirenti, il tappeto è il tocco finale che trasmette l’immagine di una casa finita, completa, comunica comodità, perché fa immaginare di camminare scalzi, in modo piacevole, e dà un forte senso di accoglienza. Il visitatore si trova così immerso in un’atmosfera dove riesce facilmente ad immaginarsi soggiornare, in totale piacevolezza o funzionalità.
OT: Come scegli i tappeti per la casa da preparare alle visite?
LB: La base è la palette colori che viene studiata per ogni caso.
Questo significa per ogni tipologia di abitazione, che necessita di un intervento mirato, e per il tipo di cliente per cui è pensata: una casa con tre camere sarà rivolta ad una famiglia, e quindi dovrà conquistare gli adulti ma anche i più piccoli.
La vecchia casa della nonna dovrà essere alleggerita e rinfrescata nei colori, magari svelando un utilizzo diverso che ne potrà fare il nuovo abitante (che potrebbe essere un single o una coppia giovane).In linea di massima, proprio per queste ragioni, si preferiscono i toni pastello, chiari, come il sabbia o il greige, poi via via intensificandoli, se il è il caso, verso il carta da zucchero o l’avio, o l’acquamarina.
Diversamente, se si punta a dare un sapore contemporaneo ad una casa, si introdurrà ad arte un colore deciso, o un riferimento fashion (come un arredo “industrial” o elementi “jungle”).
Il tocco sorprendente è utilizzare il contrasto bianco / nero, una scelta che permette di dare sia un tocco di raffinatezza che di modernità.
OT: E gli altri tessili, che ruolo hanno?
LB: Le tende vengono sempre utilizzate in modo strategico, e quindi sono di solito chiare o neutre, leggere.
Servono a velare qualche dettaglio non appropriato (come i caloriferi sotto le finestre) ma soprattutto a schermare la luce, come i filtri che si usano in fotografia.
Non dimentichiamo che l’allestimento è sempre funzionale ad un servizio fotografico e ai video emozionali di promozione, per i quali serve una luce morbida e diffusa.
La stessa ambientazione, poi, accoglierà i visitatori quando di persona visiteranno l’appartamento.Per creare atmosfera, e per completare l’allestimento, sono importantissimi tutti i tessili, come cuscini, coperte, asciugamani, tutti opportunamente selezionati e posizionati.
Qui è una questione di gusto e di “occhio clinico” dell’home stager.
OT: Dalle fasi del tuo lavoro ai consigli per tutti. Come possiamo schematizzare?
LB: Direi in tre fasi principali, ciascuna delle quali porta con sé moltissimi argomenti e sfumature.
1 - TOGLIERE. La prima azione, e un consiglio che davvero vale sempre, e per tutti, è il decluttering.
Le case sono sempre stipate di oggetti, mentre un ambiente arioso, libero, fa un effetto estremamente positivo.
Nella nostra check list di ciò che va liberato di solito troviamo: librerie troppo piene, fogli ammassati e in disordine, un eccesso di soprammobili.
Per quanto riguarda il riordino finalizzato alle visite, inoltre, dobbiamo togliere ciò che personalizza troppo la casa, come foto di famiglia, trofei o altro.
Questo perché chi entra dovrà trovare lo spazio per immaginarsi a vivere lì, e non sentirsi in casa d’altri.
In bagno vanno tolti gli oggetti di uso quotidiano e di igiene personale, dagli spazzolini per i denti agli accappatoi, e sostituiti con complementi studiati ad arte, come contenitori, piante, tessili e mobili, o sedute, opportunamente scelti.
2 – PERSONALIZZARE, ma in modo diverso, ovvero pensando alla tipologia di cliente per il quale riteniamo che la casa sia interessante.
I nuovi elementi di decorazione dovranno far scattare l’innamoramento (non a caso anche noi siamo “Lovers”) per la casa.
È qui che i vecchi proprietari rischiano di re-innamorarsi della casa che stanno vendendo.
(Se invece vogliamo rubare il consiglio, proviamo ad apportare modifiche in casa nostra, per cambiarne il carattere o l’atmosfera, e riscoprirla bellissima! Ndr.)
3 – PROMUOVERE. L’allestimento è curato in modo funzionale al servizio fotografico o un video emozionale che si farà per rendere social l’annuncio immobiliare.
Con la comunicazione si dà vita ad un racconto, un percorso di visita che simula quello reale, e che indugerà sui dettagli, scegliendo solo quelli utili a chi lo guarderà, per rispondere alle sue domande e soddisfare le sue curiosità, ma soprattutto per accendere l’interesse e il desiderio che porterà alla visita di persona.
A questo punto, la palla passa all’agente immobiliare.
OT: Grazie, Lucia, viene voglia di vedere i tuoi lavori.
Ti seguiremo su Facebook https://www.facebook.com/luciabau.homestaging
LB: Grazie a voi.
È sempre bello raccontare una passione che è diventata una professione.
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