14 Lug Il tappeto sardo in cotone riciclato
La scelta green:
il tappeto sardo in cotone riciclato
Preferire materiali naturali, e meglio ancora se ottenuti dal riciclo di materie prime, è un’azione concreta per la salvaguardia del pianeta. Il classico piccolo gesto che, se lo pensiamo amplificato, può fare la differenza.
Ma è anche una scelta di qualità, perché il comfort che dà un tappeto in cotone davvero non ha eguali.
Chi cerca queste caratteristiche in un tessile, trova una soluzione di grande pregio nel nostro tappeto di ispirazione sarda, certificato 100% in cotone riciclato.
Alla qualità del filato si unisce il fascino di una tradizione artigianale che racchiude la storia di un luogo unico al mondo.
Tradizione e modernità
I tappeti sono sempre manufatti dal profondo significato, raccontano le usanze antiche dei popoli che li producono, ma anche tante storie personali di donne e uomini.
Non fa eccezione il tappeto sardo.
Quando ne scegliamo uno, originale o anche solo un prodotto che si ispira a quella cultura, dobbiamo sapere che stiamo richiamando una tradizione antichissima (addirittura del mondo bizantino e romano) legata, tra le altre cose, al matrimonio.
“Tappeto” si chiama infatti anche il telo, realizzato a telaio, che copre la cassapanca dove – tradizionalmente - si riponeva il corredo che ogni giovane donna era chiamata ad allestire, lavorando a mano e ricamando ogni singolo pezzo. Un oggetto di pregio, intarsiato da un raffinato “maistru de linna” (molto più che un semplice falegname, oggi lo chiameremo maestro di artigianato artistico).
La lavorazione del “coperibanga” o “copericascia” (il copri-cassapanca), è la stessa di altri manufatti, principalmente in lana (ma anche in fibre vegetali come cotone e canapa) come arazzi e tappeti, coperte, tende e cuscini che saranno decorati con decorazioni e motivi tipici delle diverse zone dell’isola.
La preparazione del corredo, come in generale la produzione di tappeti, è appannaggio del mondo femminile, e ancora oggi quest’arte si tramanda da donna a donna.
Nel tempo la tradizione si è evoluta, grazie a contaminazioni continue, e si è ammodernata, rinnovandosi di continuo.
Oggi non smette di affascinare i turisti, ma anche designer e artisti contemporanei di tutto il mondo, che spesso creano nuovi pattern da far realizzare ai laboratori locali.
La tessitura
Data la cospicua presenza di ovini su tutta l’isola, la tessitura si sviluppò inizialmente utilizzando la lana delle pecore, oltre alle fibre tessili vegetali.
La lavorazione avviene, oggi come in antico, su telai verticali, in legno.
Diverse sono le tessiture tramandate dalla tradizione.
Una particolare tecnica - che viene ripresa dai tappeti moderni di ispirazione sarda - è la tessitura a grani. Il filo della trama è spesso (da qui il nome “tramone”) e viene sollevato fino a formare degli anelli in rilievo (i “pibiones”, termine che significa “acino d’uva”, o “ranos”, chicchi di grano) che compongono il motivo del tappeto.
Si realizza così un tessuto su due livelli, con il disegno in rilievo.
Questa lavorazione veniva generalmente eseguita con lana naturale, di color bianco o ecrù, anche se oggi si fanno diverse sperimentazioni di disegni in rilievo con filati colorati, per effetti cromatici sicuramente interessanti.
La nostra versione del tappeto sardo, in cotone riciclato, è una rielaborazione moderna di questa lavorazione tradizionale, e ci consente di offrire un prodotto green, che richiama i manufatti artigianali, rimanendo accessibile a chiunque.
Il tappeto sardo non è solo questo.
Esistono diversi disegni, tipici delle diverse zone dell’isola, e moltissimi colori impiegati, anche questi secondo preferenze che variano di zona in zona, e che li rendono caratteristici.
Molto diffusa è anche la lavorazione liscia, con disegni vari e forme geometriche, o quella a punto pieno che riproduce motivi floreali, animali e simboli magici.
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